Chiesa antica di Santa Maria,
fra piazzetta e il castello feudale,
penso a te nella mia fantasia,
elevata in un cielo d’opale!
Come eri?… qual veste copriva
la tua mole?… quanti anni contavi?…
Oggi sei ignorata, e giuliva
fanciullezza, ove tu ti levavi,
si rincorre, ed un piccolo prato
poche case oggi allieta cadenti…
Quanti cuori hanno in te palpitato
nei tuoi riti o in preghiere silenti!…
Dentro te, in un giorno lontano
s’accalcava una folla ansiosa,
che compunta ascoltava lo strano
predicar di una voce penosa:
– Io vi fui. Quanto stento e periglio
superai. Finalmente vi giunsi,
e sul Santo Sepolcro del Figlio
di Maria le mani congiunsi.
O dolcezza infinita che fece
obliare gli stenti passati!
Quanto pianto, durante la prece,
da questi occhi di sole bruciati,
sulle pietre sacrate scendeva! –
Ora il popolo, muto e commosso,
di nostalgico senso, piangeva,
e guardava sul pulpito e, scosso,
abbassava lo sguardo devoto,
ché vedeva, canuto e scarnito,
con lo sguardo fissato nel vuoto,
chi parlava ansimando e rapito.
– E che ho visto!… bestemmie ed insulti,
e percosse ai devoti palmieri!
agitata dai nuovi lor culti,
quella terra a noi sacra che, ieri
governata da Re cristiano,
sotto i raggi del sole indorava
fino al suo orizzonte lontano,
e al chiarore lunare argentava!
Oggi un figlio d’Inferno, chiamato
Saladino, la santa città
ha espugnato, e vi ha calpestato
ogni cosa con cruda viltà! –
Or dai petti saliva rabbiosa
Una collera mista a dolore,
ch’eccitava a contesa animosa,
e creava di lotta l’ardore.
– Dio lo vuole! Concluse esclamando
in un grido, il canuto oratore.
– Dio lo vuole! risposero urlando
i fedeli con cupo clamore.
…
Un vessillo di croce segnato
or s’avanza fra un’onda di gente.
Un drappello di croce segnato,
austero lo segue e fremente.
Tra il brusio della folla e ‘l sonante
tintinnar di campane argentino,
tra il fulgor delle armi, invocante
s’alza un canto nel fresco mattino.
È preghiera che viene dal core?…
o è nostalgico e grave lamento?…
o è un rimpianto che stilla un languore,
se lontano è portato dal vento?…
Scende il fiero corteo… Con affanno
Or dall’alta muraglia, il saluto
Porge ai forti di Cristo che vanno,
tutto un popol con trepido e muto
sentimento di non più sapere
lor notizie… Il sole risplende…
Essi sanno di non più vedere
quel Torano che a valle si stende,
quelle case, quei ripidi clivi,
la pianura fiorita di verde,
Piedimonte ammantata di ulivi…
E un singhiozzo nell’aria si perde.
Versi di Dante
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